Un tesoro di informazioni su come funziona il motore di ricerca Google è stato recentemente rivelato attraverso migliaia di documenti trapelati. Questi documenti, apparentemente provenienti dal Content API Warehouse interno di Google e pubblicati su GitHub da un bot automatico chiamato yoshi-code-bot, offrono una visione senza precedenti del funzionamento interno del gigante della ricerca. Dalla data di pubblicazione del 13 marzo, questi file hanno catturato l’attenzione del mondo, specialmente per ciò che svelano sul funzionamento dell’algoritmo di Google e sull’utilizzo dei dati di navigazione raccolti dal browser Chrome.
Il Contenuto del Leak
I documenti trapelati dettagliano ben 2.596 moduli e 14.014 attributi utilizzati da Google per classificare i contenuti sul web. Alcuni dei criteri utilizzati per la classificazione includono link non corrispondenti, insoddisfazione degli utenti, recensioni di prodotti, posizione, domini a corrispondenza esatta e contenuti pornografici. Un aspetto cruciale è la cronologia delle modifiche che Google tiene per ogni pagina indicizzata, anche se solo le ultime 20 modifiche vengono utilizzate per l’analisi dei link.
Importanza di Link e Clic
Il leak conferma alcune teorie diffuse tra gli esperti SEO: i link e i clic sono fondamentali per il ranking su Google. La diversità e la rilevanza dei link in una pagina, nonché il comportamento degli utenti (come i “goodClicks” e i “lastLongestClicks”), sono indicatori chiave per determinare quanto in alto un sito apparirà nei risultati di ricerca. Inoltre, Google continua a utilizzare il PageRank, soprattutto per le homepage dei siti web.
Reputazione e Branding
Un’altra conferma importante riguarda l’importanza della reputazione e del branding. Google tiene traccia delle informazioni sull’autore di una pagina e associa queste informazioni al contenuto per determinare la paternità. Costruire un marchio riconosciuto e stimato è essenziale per migliorare le classifiche di ricerca organica. Questo sottolinea quanto sia importante pubblicare contenuti di qualità e curare l’esperienza utente.
Chrome e la Privacy
Il leak rivela anche come Google utilizzi i dati raccolti da Chrome, il browser più usato al mondo, per migliorare i risultati delle ricerche. Chrome invia a Google dati dettagliati sui clic compiuti dall’utente (clickstreams), contribuendo a sistemi come NavBoost e Glue che analizzano la cronologia di navigazione per migliorare la qualità dei risultati delle ricerche. Tuttavia, questo solleva preoccupazioni riguardo alla privacy degli utenti, bilanciando la personalizzazione dei servizi con la tutela dei dati personali.
Reazioni e Implicazioni
Google ha risposto al leak mettendo in guardia contro l’interpretazione fuori contesto delle informazioni trapelate, affermando che molte di esse sono obsolete o incomplete. Tuttavia, gli esperti SEO internazionali vedono nei principi chiave confermati dal leak un’importante validazione delle loro deduzioni su come funziona l’algoritmo di Google.
La Centralità del Comportamento dell’Utente
Un aspetto interessante che emerge dai documenti è la centralità del comportamento dell’utente nella determinazione del ranking. Non solo i clic vengono contati, ma anche pesati in base alla loro durata e qualità. Il CTR (Click Through Rate) e la durata temporale del clic sono parametri fondamentali che indicano l’interesse e l’engagement dell’utente con un determinato sito.
Considerazioni Finali
Questo leak di dati riservati rappresenta un evento senza precedenti nel panorama della SEO e del marketing digitale. Mentre Google continua a proteggere i suoi segreti industriali, gli esperti e i professionisti del settore possono ora attingere a nuove informazioni per affinare le loro strategie. Tuttavia, rimane fondamentale bilanciare l’ottimizzazione per i motori di ricerca con la creazione di contenuti di alta qualità e l’attenzione all’esperienza utente, per mantenere la fiducia e la soddisfazione degli utenti.