Alibaba, DeepSeek e Amazon: la nuova corsa globale all’Intelligenza Artificiale “efficiente”
Nel mondo dell’Intelligenza Artificiale, la grande rivoluzione non è più solo tecnologica, ma anche economica. La vera sfida oggi non è creare il modello più grande, ma quello più intelligente ed economico. In questo contesto si inserisce una partita ad altissima tensione tra tre colossi: DeepSeek, Alibaba e Amazon.
< h3>Da DeepSeek a Tongyi Qwen: l’offensiva AI parte dalla Cina
Tutto è iniziato con DeepSeek, la giovane startup cinese fondata nel 2023 da Liang Wenfeng. In pochi mesi ha fatto parlare di sé grazie a DeepSeek-V2, un modello linguistico di nuova generazione con 671 miliardi di parametri — una cifra impressionante anche nel contesto dei Large Language Models.
Il clamore iniziale è stato enorme: sembrava che la Cina avesse trovato la sua risposta a ChatGPT. Ma il tempo ha messo in luce anche i limiti del progetto: prestazioni instabili, contenuti a tratti ideologicamente influenzati e una certa fragilità nell’elaborazione di risposte affidabili. Il gigante sembrava già arrancare.
È in questo momento che è entrata in scena Alibaba, il colosso dell’e-commerce cinese, con un nuovo modello AI chiamato Tongyi Qwen QwQ-32B. Il nome può sembrare ostico per un pubblico occidentale, ma le sue caratteristiche sono tutt’altro che trascurabili.
Il punto di forza? Un modello con “soli” 32 miliardi di parametri, ma in grado — secondo i test pubblici — di raggiungere prestazioni pari o superiori a DeepSeek in diversi ambiti, soprattutto nella capacità di ragionamento e pensiero critico. Il tutto con un’architettura open source, trasparente e potenzialmente molto più flessibile per le imprese.
< h3>Un nuovo paradigma: meno è meglio
La mossa di Alibaba segna un cambio di paradigma molto chiaro: non vince più chi ha il modello più “grande”, ma chi riesce a farlo lavorare meglio.
È lo stesso principio che ha rivoluzionato altri settori: nel mondo dell’automotive, della logistica e dell’elettronica di consumo, la vera innovazione è stata rendere l’eccellenza accessibile, scalabile, sostenibile. L’Intelligenza Artificiale si sta allineando a questa tendenza.
Non è un caso che, dopo il lancio di Tongyi Qwen QwQ-32B, le azioni di Alibaba siano schizzate in Borsa del +7,42%, raggiungendo i massimi da oltre tre anni. Segno che i mercati ci credono. E sanno bene dove Alibaba vuole arrivare: non solo superare DeepSeek, ma colmare il divario con Amazon.
Perché Alibaba guarda ad Amazon?
Perché Amazon è l’azienda che più di tutte ha capito come integrare l’AI nel mondo reale. A differenza di altre Big Tech, il colosso di Seattle ha puntato su una strategia pragmatica, con prodotti che parlano la lingua delle imprese.
- Con Amazon Web Services (AWS), è leader mondiale nelle infrastrutture cloud.
- Con Amazon Bedrock, offre l’accesso a modelli AI generativi (come quelli di Anthropic, Meta e Stability AI) direttamente in cloud.
- Con Amazon Q, propone un assistente AI pensato per la produttività aziendale, in concorrenza diretta con Copilot (Microsoft) e Duet AI (Google).
- Con Titan, sta sviluppando internamente modelli LLM pensati per analisi, automazione e intelligenza documentale.
- E infine, ha investito oltre 4 miliardi di dollari in Anthropic, la startup dietro a Claude, considerato tra i principali rivali di ChatGPT.
In sintesi: Amazon non vuole solo creare l’AI del futuro, vuole distribuirla, integrarla, monetizzarla. Alibaba lo sa e punta dritto allo stesso traguardo, ma con un’arma segreta: il vantaggio dei costi e una cultura dell’efficienza radicata.
AI globale: una sfida geopolitica, non solo tecnologica
In questo scenario, la corsa all’intelligenza artificiale assume anche una valenza geopolitica. Mentre l’Occidente si concentra su governance, etica e standard di sicurezza, l’Oriente accelera puntando su sviluppo rapido, open source e applicabilità industriale.
Non è più una guerra fredda dei parametri, ma una gara a chi riesce a democratizzare meglio l’AI. A chi saprà portarla nelle aziende, nei servizi pubblici, nelle scuole e nei dispositivi quotidiani.
E forse, come già avvenuto per lo smartphone, la prossima grande rivoluzione non sarà “made in Silicon Valley”.
Conclusione
L’AI non è più un gioco da laboratorio. È un terreno di scontro tra visioni del futuro: tra chi punta a dominare con la potenza e chi vuole conquistare con l’efficienza. Alibaba ha mostrato i muscoli, DeepSeek resta sotto osservazione, Amazon tiene saldamente il timone nel mondo reale.
Chi vincerà? Forse chi riuscirà a far parlare macchine intelligenti e bisogni concreti, nella stessa lingua.